lunedì 4 novembre 2013

Recensione "Il viaggio di Buddy" di Bruce Cameron

Editore Giunti
Pagine 320
Euro 6,90
TRAMA: Lo avevamo lasciato al fianco di Ethan, suo padrone da sempre, ma è tempo per Bailey di reincarnarsi ancora, perché una vita sola non basta per imparare il vero senso della lealtà, della generosità e del coraggio. Un nuovo, avventuroso destino lo attende ora con il nome di Buddy. Buddy viene adottato da Clarity, la bambina ficcanaso che tirava sempre fuori dai guai e che ora è un'adolescente vivace e molto, molto inquieta. Quando all'improvviso i due vengono separati, Buddy è disperato: come potrà cavarsela Clarity senza il suo sguardo vigile e il suo amore incondizionato?
VOTO:

INCIPIT:
Mentre me ne stavo sdraiato al sole sul molo di legno dello stagno, di due cose potevo essere certo: il mio nome era Buddy ed ero un bravo cane.
Il pelo delle mie zampe era nero, così come il resto del mio corpo, ma la parte inferiore, con il passare del tempo, si era imbiancata. Avevo avuto una vita lunga e intensa, insieme a un ragazzo chiamato Ethan. Proprio qui, su questo stesso molo, in questa fattoria, avevo trascorso molti pomeriggi oziosi godendomi una nuotata nello stagno o abbaiando alle anatre.
Questa era la mia seconda estate senza Ethan.
RECENSIONE:
Finalmente mi sono decisa ad affrontare una delle due recensioni che proprio non riuscivo a scrivere… chissà poi il perché.
Il viaggio di Buddy è il secondo e ultimo volume di una storia dolcissima, che parla di un cane che vive tante vite – rinascendo ogni volta come cucciolo – senza mai dimenticare le persone che ama e passando ogni giorno di ogni vita cercando di renderle felici.
In questo secondo capitolo, la storia riprende poco dopo la fine del primo, quindi ho ritrovato il nostro eroe a quattro zampe nella stessa vita in cui mi aveva tanto commosso in Dalla parte di Bailey (se vi siete persi la recensione, cliccate QUI). Il “suo bambino” Ethan, ormai anziano, è giunto alla fine dei suoi giorni, accompagnato nel momento cruciale proprio da Buddy (questo è il nome del cane in quel momento) che credeva di aver finalmente raggiunto il proprio scopo nella vita e quindi di non rinascere più. Ovviamente non è così – altrimenti non esisterebbe il secondo libro – e Buddy capirà che ha ancora delle cose da fare nel momento in cui si ritroverà di nuovo in una cucciolata.
Devo aprire una parentesi per un errore che mi ha lasciata perplessa e che è da imputare sicuramente alla casa editrice italiana: il libro in originale (né questo, né il precedente se è per quello!) non ha nessun nome canino nel titolo, ma in Italia devono aver pensato che fosse più “appetibile” dare un volto e un nome al protagonista invece di mantenere la traduzione letterale che sarebbe stata “Il viaggio di un cane”. Alla fine del primo libro il Bailey del titolo aveva preso il nome di Amico, nome datogli dal suo adorato Ethan nel momento in cui decide di adottarlo nuovamente (non serve dirvi che il cane non è più lo stesso di quando Ethan era ragazzino). All’inizio del secondo però è diventato improvvisamente Buddy (stesso significato, ma suono completamente diverso!) perché probabilmente “Il viaggio di Amico” come titolo faceva schifo! Questa è una di quelle piccolezze che mi fanno pensare che i traduttori – o chi prende questo genere di decisioni – non abbiano un gran rispetto per noi lettori… pensavano che non ce ne saremmo accorti o che non ci sarebbe importato? Io sarò pignola, ma l’ho notato eccome e non ho gradito neanche un po’!!
Ok, mi sono sfogata… comunque ci tengo a farvi sapere che non è questo il motivo per cui il secondo libro si è guadagnato un gufo in meno del primo (a parte che non ho pensato nemmeno per un secondo che entrambi sarebbero stati romanzi a 5 stelle… ops… gufi!).
Il protagonista, nonché voce narrante, è sempre il cane in tutte le vite che vivrà. Questa scelta che aveva reso tanto speciale il primo volume, non si smentisce nemmeno con Il viaggio di Buddy. Può rinascere di qualsiasi razza e dimensione (fantastico vederlo in formato mini, dopo svariate vite vissute un po’ più dall’alto!), ma il suo cuore e i suoi pensieri continuano ad emozionare e coinvolgere il lettore grazie alla stessa innocenza e semplicità che lo caratterizzano dal principio.
Anche nelle sue nuove avventure il suo scopo sarà di portare la gioia nel cuore della persona che più di tutte lui considera speciale e continuerà a rinascere finché non ci riuscirà.
Nascosti nella narrazione, forse più che nel precedente, ci sono consigli utili anche per l’educazione del cane e del cucciolo. Ma la cosa più bella è che vengono anche “narrati” dei ruoli canini molto importanti come i cani addestrati a fiutare le malattie o quelli destinati alla pet terapy. Insomma l’autore cerca di far vivere al suo protagonista peloso vite a sufficienza da disegnare un quadro il più completo possibile del rapporto cane-uomo. E in questo è compreso anche il fatto che non tutte le persone che Buddy incontrerà nel suo cammino  saranno capaci di amare gli animali e una di queste avrà anche un ruolo molto importante.
Ecco forse siamo arrivati alla nota dolente, al punto in cui ho capito che non sarei riuscita a dare 5 gufi  a questo titolo: il personaggio di cui sopra è davvero molto presente e molto sgradevole – sia con il cane che con la sua padroncina adolescente – tanto da rendermi la lettura meno piacevole. Inoltre nel secondo libro vengono anche affrontati temi pesanti come la bulimia, il tentato suicidio e la depressione e per quanto l’animo del cane possa essere nobile, sono compiti troppo gravosi anche per un dolce custode con la coda. Insomma nel primo libro ho riscontrato più leggerezza, mentre il suo compito in questo nuovo atto della storia mi è sembrato fin troppo… come spesso mi capita di pensare, tante storie dovrebbero essere autoconclusive: Dalla parte di Bailey avrebbe potuto concludersi così com’era e dubito che qualcuno si sarebbe lamentato.
Ovviamente c’è un ma, perché se notate i gufi non sono 5, ma comunque 4 perché la storia mi ha emozionata e commossa nuovamente, forse divertita un po’ meno, ma rimane lo stesso una lettura che consiglio a tutti.
E volete sapere qual è la parte migliore, quella che mi ha fatto capire che questo seguito doveva proprio essere scritto?? L’epilogo! Non riuscivo ad immaginarmi come avrebbe potuto essere la conclusione definitiva delle lunghe e numerose vite di Bailey/Buddy: mi ero fatta qualche ipotesi, ma tutte molto stiracchiate… invece l’autore ha scritto un finale perfetto ed è riuscito ancora una volta a farmi piangere.
Quindi rinnovo il mio consiglio: segnatevi questa copia di libri perché sono di una delicatezza e di una sensibilità che difficilmente ho trovato in storie con protagonisti umani  e visto che la Giunti li ha rieditati entrambi in edizione economica direi che non avete scuse… aspetto di sapere cosa ne pensate ^^
E con questo passo e chiudo :)

4 commenti:

  1. Pensa un po': solo la trama del primo mi ha messo i brividi.
    Devo prenderli. Sì :3

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    1. Assolutamente sì! Sono convinta che nn ti deluderanno ^^

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  2. Meraviglia.. ho pianto tantissimo! Una duologia stupenda :)

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  3. bellissimo libro ! Però troppo commovente...

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